LA FAMIGLIA - On. Prof. Nicola Bellisario

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LA FAMIGLIA



Dedicato a mamma.

Mi è capitato recentemente di leggere una meditazione del Cardinal Martini tratta da Conversazioni notturne a Gerusalemme che voglio adesso riproporvi. Ad un giovane che gli chiede se vi sono anche momenti in cui se la prende con Dio, così risponde il Cardinale : “Le mie difficoltà non hanno riguardato la sfera del quotidiano, quanto piuttosto un grande interrogativo : non riuscivo a capire perché Dio lascia soffrire suo Figlio sulla croce. Perfino da vescovo, a volte, non riuscivo ad alzare lo sguardo verso il Crocifisso perché questa domanda mi tormentava. Me la prendevo con Dio. La morte continuava ad esistere, tutti gli esseri umani devono morire. Perché Dio lo vuole? Con la morte di suo Figlio avrebbe potuto risparmiare la morte agli altri uomini.
Soltanto in seguito un concetto teologico mi è stato di aiuto nel mio travaglio: senza la morte non saremmo in grado di dedicarci completamente a Dio. Terremmo aperte delle uscite di sicurezza, non sarebbe vera dedizione. Nella morte, invece, siamo costretti a riporre la nostra speranza in Dio e a credere in Lui. Nella morte spero di riuscire a dire questo sì a Dio.”  Ho voluto leggere questo pensiero, che voglio dedicare a tutti noi quando non riusciamo ad accettare la tragedia del morire, perché mi sembra che esprima bene l’esperienza di mamma e di tutti quelli che, come lei, riescono a trasformare la morte in un’occasione per dire sì alla chiamata di Dio. Mmma, infatti, quando era assalita da dolori che neppure la morfina riusciva a calmare, ripeteva una preghiera molto semplice che ci aveva insegnato da bambini : “Cuore di Gesù che tutto puoi, Cuore di Gesù che tutto sai, Cuore di Gesù che tutto vedi, Cuore di Gesù provvedi.” In questo modo, senza aver studiato tutti i libri di teologia del Cardinal Martini, è riuscita ad esprimere con la semplicità della sua fede, il suo sì al Signore, trasformando la sua morte in un atto d’amore, in cui si affidava a Gesù e, tramite Lui, al nostro Padre Celeste.

Lanciano 19 luglio 2018.



Pensiero dei figli per nonna Anna

L’esistenza di mamma è stata contrassegnata dal suo incontro con papà (suo professore al Liceo e “grande amore della sua vita”) di cui è rimasta innamorata (direi incantata) fino agli ultimi giorni ed al quale ha dedicato tutta se stessa. Lo stesso amore esclusivo ha sempre avuto verso di me, primo figlio, trovatomi più volte in gravi difficolta di salute, senza mai farmi pesare nulla della mia condizione e standomi vicino con amore concreto, mostrando sempre grande accoglienza nei mesi in cui non potevo frequentare la scuola, verso tutti i miei compagni che venivano a trovarmi per farmi seguire i programmi curricolari. La nostra era considerata la CASA DELL’ACCOGLIENZA nella quale confluivano parenti, amici di famiglia, giovani, studenti e tutti coloro che cercavano un “porto” in cui approdare per essere ascoltati. Grazie mamma da tutti noi figli



SALUTO A NICOLA BELLISARIO DA PARTE DEI FIGLI
(Pier Paolo, Gabriella, Francesco e Gian Luca)
Caro Papà,
nella tua vita hai sempre cercato di “fare” senza “apparire”.
Questa volta siamo noi figli a voler parlare di Te e di ciò che sei stato per noi.
La grandezza della Tua eredità è stata l’Umiltà, unitamente alla capacità di accogliere e “farti Uno” con chiunque ti avvicinasse, anche se di idee diverse dalla tue, restando, però, sempre fedele alle tua convinzioni. Questa Tua innata capacità si è ancora più accentuata a seguito del Tuo incontro con la “Spiritualità dell’Unità” di Chiara Lubich.
Ricordiamo quando ci raccontavi l’esperienza fatta con un tuo collega in Parlamento (il Sen. Tedeschi, del PCI) che, vedendo la tua coerenza nel ricevere quotidianamente l’Eucarestia, ti disse: “Bellisario, ammiro la tua Fede, io non sono credente ma , vedendo te, ho pensato che, anche se non sono certo che Dio esista, nel dubbio mi conviene vivere come se Dio esistesse”.
Hai vissuto una vita intera per i giovani nella Scuola (con la tua “Scuola della totalità”) per la quale hai ricevuto il premio nazionale di pedagogia “Barbara MicarellI”. Chiunque ti abbia avvicinato (studenti, collegi, Parlamentari, noi figli) si è sempre sentito accolto e capito da te.
La tua breve esperienza politica in Parlamento, è stata caratterizzata anche qui , dal “vivere per la tua gente”, pagando anche di persona la coerenza ai tuoi ideali …. (vedi unico voto contrario, all’interno del tuo partito, grazie al quale fu scongiurata l’installazione installazione di un  a raffineria di petrolio in Val di Sangro) e assumendo iniziative Parlamentari rivolte ai più emarginati della società (Legge n . 236 del 29.04.1976 istitutiva della psichiatrica separata dalla neurologia).
Tale legge ha determinato ‘apertura in tutto il territorio nazionale di Centri di Assistenza ai malati psichiatrici e alle loro famiglie. Giorni fa, parlando insieme della “morte”, condividevamo l’idea che la vita terrena è paragonabile ad un “travaglio di parto” in cui ciascuno si gioca le sue carte per essere un “feto ben formato” . Quella che chiamiamo morte, invece è la nascita alla Vita che non finisce mai.
L’altra sera ci hai promesso che una volta finalmente “nato” saremmo sempre rimasti in contatto perché ancora abbiamo bisogno di te per raggiungerti, quando sarà il momento, e continuare a vivere insieme per l’Eternità .
Grazie papà , i tuoi figli.






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